Attualmente il mercato dei radiatori è sicuramente quello maggiormente puntato dai riflettori, soprattutto dopo che si è analizzato nell'articolo relativo al "leak" che la qualità non è una caratteristica messa al primo posto dai vari produttori, cosa che, come abbiamo avuto modo di discutere, non fa per niente felice il consumatore finale: comprare un radiatore di fascia alta e scoprire che questo possiede il difetto di avere le due camere comunicanti sicuramente fa storcere il naso a chi, comprando un determinato prodotto, si aspetta di aver comprato il meglio.
Fondamentalmente l'evoluzione dei radiatori non ha subito una marcata evoluzione nel corso di questi ultimi anni, se non per alcune scelte fatte da alcuni produttori, come la Thermochill, che hanno poi segnato la standardizzazione della novità: la Thermochill è stata la prima azienda a proporre sul mercato un radiatore da 60mm di spessore che riuscisse a rendere a dovere anche con ventole a bassi RPM; l'unica azienda che aveva proposto qualcosa di estremamente performante ed innovativo era stata la Hardware Labs, lanciando la serie Black Ice GTX dotata di una struttura lamellare fittissima (che la rende insuperabile nelle performance dai medio-alti RPM) e di 54mm di spessore.
Ovviamente, per ragioni di migliori performance unite al silenzio, la scelta adottata dalla Thermochill è stata enormemente gradita dall'utenza e quindi anche le altre case produttrici hanno iniziato a seguire questa strada, ovvero la strada dei 60mm di spessore e di una bassa struttura lamellare pari a circa 10 FPI, facendo perdere visibilità a quello che comunque rimane il radiatore più "spinto" e performante di sempre, dedicato al clocker più esigente, il Black Ice GTX.
Si è passati quindi dai 45mm di spessore visti fino a quel momento ai 60mm ed in alcuni casi dalla singola fila di canaline a quella doppia, o addirittura tripla, ma generalmente la struttura dissipante dei radiatori è sempre stata la stessa, ovvero canaline in rame percorse dal liquido ed unite esternamente da lamelle diagonali sempre in rame, che da sempre hanno donato quella particolare forma di "V" ripetuta all'immagine esterna del radiatore; anche internamente, a parte alcune rare eccezioni, si è sempre avuta una configurazione ad U denominata anche U-Flow caratterizzata da una percorrenza del liquido differenziata dalle due camere di ingresso/uscita: ogni camera consente o l'ingresso o l'uscita del liquido e possiede la metà esatta delle canaline del radiatore, con il liquido inizialmente "caldo" che attraversa quindi una di queste due camere e relative canaline per poi percorrere con una inversione ad "U" la sceonda metà del radiatore con conseguente raffreddamento del liquido che avviene in queste due passate.
Questo era quello che si era abituati a vedere e che viene completamente rivoluzionato dal nuovo concetto proposto dalla Thermalfins, adottato oltre che dalla Thermalfins stessa già da Watercool ed Aquacomputer; inizialmente si era visto come sarebbe dovuta essere la TFC a proporre questa rivoluzione nell'ambito dei radiatori con il lancio della nuova serie Admiral, ma a tutt'oggi degli admiral ancora non si è ancora vista traccia.
Si analizzerà nel corso di questa recensione ogni minimo dettaglio che propone questa nuova soluzione marchiata Thermalfins e adottata dalla Watercool nella nuova serie di radiatori denominata HTF4, con all'attivo attualmente un singolo radiatore per ventole da 140mm e disponibile nella taglia triventola.